Instagram smentisce: non utilizza il microfono per ascoltare gli utenti

Analizziamo le dichiarazioni ufficiali di Instagram sulla privacy e come l'IA sta trasformando il targeting pubblicitario senza ricorrere all'ascolto del microfono.

Instagram smentisce: non utilizza il microfono per ascoltare gli utenti
Rappresentazione grafica di un algoritmo di intelligenza artificiale applicato alla pubblicità personalizzata

Il CEO di una delle principali piattaforme social ha recentemente confermato che l'azienda non utilizza il microfono degli smartphone per ascoltare di nascosto gli utenti. Questa dichiarazione arriva in risposta a sospetti diffusi e vecchie teorie cospirative che insinuano un uso illecito delle registrazioni audio per motivi pubblicitari o di profilazione.

Le affermazioni ufficiali e il contesto

Il dirigente ha sottolineato che, se il microfono fosse attivato, gli utenti ne sarebbero immediatamente consapevoli, grazie a indicatori visivi sullo schermo del dispositivo e a un consumo energetico più elevato. Ha spiegato che il potere delle raccomandazioni sul social deriva principalmente dalla condivisione di dati tra utenti e inserzionisti, che condividono le visite a determinati siti web e le interazioni online, consentendo di targetizzare gli annunci pubblicitari senza necessità di ascolta in tempo reale.

L’uso dell’intelligenza artificiale e le implicazioni sulla privacy

Colmando il gap tra privacy e pubblicità mirata, la piattaforma ha annunciato che, attraverso una nuova politica di privacy in vigore dalla metà di dicembre, utilizzerà anche i dati derivanti dalle conversazioni con i chatbot AI. Questo approccio, potenzialmente ancora più efficace, consente di prevedere gli interessi degli utenti in modo più accurato e senza ricorrere all’attivazione del microfono.

Perché la teoria ascolto è infondata

Secondo gli esperti, molte delle recently user experience di pubblicità e contenuti personalizzati sono il risultato di algoritmi sofisticati e analisi comportamentali, collettivamente noti come ad tech. La sincronizzazione di opinioni, i risultati delle ricerche e anche il semplice fatto di pensare a un prodotto prima di vederlo fla sono elementi che contribuiscono alla percezione di essere ascoltati, anche se in realtà i dati sono raccolti in modo più passivo.

Le conseguenze di questa evoluzione tecnologica

Il direttore ha evidenziato che, mentre una volta si pensava che il microfono venisse attivato di nascosto, ora gli investimenti si concentrano sull’uso di dati di interazione e sui modelli predittivi basati sull'AI. Questi strumenti, pur rispettando la normativa sulla privacy, incrementano la precisione nelle raccomandazioni e nelle pubblicità, alimentando il sospetto tra gli utenti.

Considerazioni finali

  • La privacy degli utenti rimane una priorità, secondo le dichiarazioni ufficiali.
  • L’utilizzo di IA permette di migliorare le raccomandazioni senza invasioni in privacy.
  • Le teorie di ascolto remoto sono basate più su percezioni che su fatti verificati.

Resta importante monitorare come le piattaforme evolvono nel rispetto della privacy, bilanciando innovazione e tutela dei dati.