Microsoft in lockdown: attivisti occupano l’ufficio di Brad Smith protestando contro i contratti cloud con Israele

Occupazione e protesta all’hub principale di Microsoft

I protestanti hanno fatto irruzione nella sede di Microsoft in un’area strategica, raggiungendo l’ufficio del presidente e causando un blocco temporaneo. Il gruppo di attivisti, coinvolgendo sia attuali dipendenti sia ex collaboratori, ha portato avanti una manifestazione pubblica attraverso il live stream, portando cartelli e chanting slogan contro i contratti tra Microsoft e Israele. La protesta mira a evidenziare le controversie sul ruolo della compagnia nel supportare operazioni militari e di sorveglianza in quella regione.

Proteste contro i contratti cloud e le implicazioni etiche

La manifestazione si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra Microsoft e parti dell’opinione pubblica e della comunità lavorativa, che accusano la società di contribuire a pratiche considerate eticamente discutibili. Recenti indagini hanno evidenziato come i servizi cloud di Microsoft siano impiegati per archiviare dati sensibili di milioni di civili palestinesi, sottolineando le implicazioni umanitarie di tali contratti.

Un ritorno alle tattiche di protesta del settore tech

Questa azione ricorda proteste precedenti, come quelle di Google nel 2024, che hanno incluso occupazioni di uffici e live streaming su piattaforme di streaming. Le aziende più grandi del settore sono sempre più sotto pressione per la trasparenza e la responsabilità etica, portando a un’attenzione crescente sul ruolo delle tecnologie nel conflitto.

Considerazioni finali

• Le proteste continuano a sottolineare le divisioni tra la tecnologia e le sue applicazioni etiche.
• Il coinvolgimento diretto dei dipendenti evidenzia un cambiamento nel ruolo attivista nel settore tecnologico.
• Le aziende devono affrontare di fronte le implicazioni umanitarie e sociali delle loro partnership e contratti.